Carolina ci ha inviato la sua bella storia. La pubblichiamo con piacere.
La mia storia con il fibroma inizia nel 2012 con un ecografia in seguito ad infiammazione dovuta ad un ciclo mestruale ininterrotto di 30 giorni.
Non avevo dato granché peso alla situazione essendo reduce da un piccolo intervento chirurgico, stavo facendo dell’eparina, pensai che la causa del ciclo continuo fosse dovuto alle punture di anticoagulante. Il mio ginecologo si limitò a rispondermi utilizzando semplicemente l’espressione “è verosimile che dipenda da ciò“.
Oggi credo che la causa fosse da attribuire (anche se molto piccolo- circa 1,25 mm) ad un “miomino”, così lo definì il ginecologo, un piccolo fibroma da tenere sotto controllo.
Prima di allora non avevo mai sentito parlare di mioma o di fibroma. Mi disse che con la menopausa si sarebbe ridotto da solo.
Tornai a casa ed iniziai una ricerca per capire di cosa si trattasse e mi si aprii un mondo. Il mio fibroma rimase pressoché stabile per 2 anni, poi iniziò a crescere sino a misurare 7 cm ad un controllo eseguito nel dicembre 2017.
Chiesi al ginecologo cosa avrei potuto fare. Che soluzione trovare. La sua risposta fu: “isterectomia “. Io, con calma e tranquillità (avevo già fatto una visita da Lupattelli, mi ero già cercata la soluzione da sola), gli chiesi se ci poteva essere comunque un’alternativa. Avrei voluto mi proponesse l’embolizzazione ed invece mi menzionò un farmaco, chiamato Esmya, che però doveva prescrivermi in ambito ospedaliero, sarei quindi dovuta recarmi in ospedale. Non sapevo di cosa si trattasse ma non ero molto convinta di assumere dei medicinali, anche perché la ginecologa che avevo prima mi aveva già precedentemente prescritto un altro farmaco, il progesterone, che tenevo in casa senza tuttavia averlo mai assunto.
Il 20 gennaio 2018 mi arriva il ciclo ma questa volta fu emorragico, non sapevo più come controllare il flusso che durò quasi 5 giorni. Allora richiamai il ginecologo che mi fissò un appuntamento in ospedale dove mi prescrisse il fatidico farmaco ( Esmya), un ciclo di sei mesi fino a giugno 2018, poi ci saremo rivisti per un ecografia in modo da capire cosa sarebbe stato meglio fare.
Tornai a casa e cercai su internet “Esmya“, il primo risultato fu: “farmaco chemioterapico.”
Andai dal mio medico di base per la prescrizione medica della ricetta (premetto che non avevo nessuna intenzione né di assumere Esmya né tanto meno farmi asportare l’utero), non avevo assunto in passato il progesterone, figuriamoci se mi sarei sottoposta a tutto il resto.
Il medico mi prescrisse comunque il farmaco, raccomandandomi di aspettare che mi tornasse il ciclo visto che aveva un costo di 200 euro.
Io avevo già i contatti del Dottor Lupatelli e ricordo che sulla sua pagina FB aveva pubblicato la nota dall’agenzia del farmaco di sospendere la somministrazione di Esamya per possibili gravi danni epatici. Questa nota risaliva esattamente al 1 dicembre 2017 mentre a me lo stesso farmaco fu prescritto il 27 gennaio 2018. A questo punto mi rivolsi così al medico di base:
⁃ Mi scusi dottoressa, ma questo farmaco è stato praticamente bloccato dall’agenzia del farmaco perché potenzialmente dannoso. E lei continua a prescriverlo? La sua risposta fu:
⁃Questo deve saperlo lei!
⁃Devo saperlo io?
Andai via dallo studio del medico di base a dir poco esterrefatta per la risposta che avevo ricevuto.
Non sono un medico e si presume che i pazienti si fidino ciecamente di chi si trovano davanti. Contattai subito la segreteria del dottor Lupatelli che mi fissò l’appuntamento per i primi di Febbraio dove il Dottor Lupatelli mi programmò l’intervento di embolizzazione, intervento per nulla invasivo, 20 minuti in sala operatoria completamente vigile e serena, senza avvertire nessun dolore. Forse dopo, ma fu tenuto sotto controllo con degli antidolorifici. Va comunque sottolineato che il dolore post operatorio è molto soggettivo, va da persona a persona. Due giorni in clinica e poi subito a casa dove ho avuto perdite per circa un mese; poi niente di più. Da subito non avvertii più quel senso di minzione continua, oggi non avverto più alcuna compressione in addome, in sostanza sto bene e premetto che a 52 anni ho ancora il ciclo. A giugno farò l’ecografia e non mancherò di dare testimonianza degli esiti.
Grazie Tommaso Lupattelli
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