L’embolizzazione è una tecnica mininvasiva di chirurgia vascolare o radiologia interventistica che permette di curare molte malattie e/organi senza né tagli né bisturi.
Fino ad oggi è stata ampiamente utilizzata con ottimi risultati nella cura di patologie come il fibroma uterino, l’adenomiosi, i tumori del fegato e del rene, nella patologia aneurismatica del distretto intra ed extracranico. Recentemente la tecnica è stata utilizzata con notevole successo anche in due patologie fino ad oggi molto difficili da curare e soprattutto fino a poco tempo fa trattate prevalentemente mediante chirurgia tradizionale con conseguente sintomatologia dolorosa per i post operatori e per il considerevole tasso di recidive (cioè il ripresentarsi della malattia con associati tutti i suoi sintomi iniziali).
L’embolizzazione sia nel trattamento delle emorroidi che in quello dell’iperplasia o adenoma prostatico permette invece con una semplice anestesia locale all’inguine di trattare (e in assenza di alcuna sintomatologia dolorosa correlata alla procedura) queste due patologie andando semplicemente a ridurne l’afflusso di sangue. Nel caso delle emorroidi si inserisce un sottilissimo tubicino (propriamente chiamato catetere vascolare) all’inguine per veicolarlo fino ad un’arteria dell’addome chiamata arteria rettale superiore, ramo dell’arteria mesenterica inferiore. Il catetere vascolare viene poi veicolato all’interno dei 4 rami dell’arteria rettale superiore che vengono occlusi con delle piccole spiraline metalliche.
Cosi facendo l’apporto ematico alle emorroidi viene ampiamente ridotto con immediata marcata riduzione delle stesse. L’intervento ha una durata di circa 30 minuti con paziente sveglio. La tecnica è innovativa perché finalmente non comporta più quelle fastidiose e invalidanti algie (dolori) a livello del canale anale che, per giunta, non viene per nulla interessato da questa procedura. Non occorreranno quindi né tagli né punti di sutura a questo livello. Tutto viene “risolto” passando internamente, attraverso una via, quella vascolare che non procura alcun dolore.
Stesso discorso può essere fatto per l’adenoma prostatico (un tumore benigno molto comune) , invalidante patologia dell’uomo dai 45 agli 80 anni che purtroppo ne riduce la minzione e l’attività sessuale. Invece che intervenire eseguendo un vero intervento chirurgico sulla prostata (quindi con resezioni chirurgiche o con laser) anche in questo caso si interviene dall’interno andando semplicemente ad impedire l’apporto di sangue all’adenoma prostatico. Per fare ciò, sempre dall’inguine, si avanza un catetere vascolare fino alle due arterie prostatiche (di destra e di sinistra) che vengono così occluse nei loro rami terminali all’interno dell’adenoma attraverso l’utilizzo di piccolissime particelle sferiche. Queste infatti, si dispongono all’interno dei rami arteriosi del tumore impedendone così il rifornimento sanguigno (vedi figura).
Il tumore o adenoma nel giro di poco tempo si riduce significativamente e con esso scompare tutta la sintomatologia associata. L’intervento è rapido, circa 45 minuti, e permette a volte la dimissione del paziente anche nella stessa giornata. Una grande rivoluzione come anche testimoniato dalle numerose evidenze scientifiche presentate al simposio mondiale sull’ embolizzazione tenutosi proprio in Italia, a Firenze, nel maggio del 2017. Una rivoluzione quindi nel trattamento di due patologie che per anni hanno rappresentato un vero problema, sia in termini di dolori per il post operatorio che, in particolare nella patologia emorroidaria, per le frequenti recidive.
Fonte: www.scenamedica.it
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