Il Varicocele Pelvico Femminile

Il Varicocele Pelvico Femminile

Una patologia causa di fastidiosi dolori, soprattutto durante il ciclo o i rapporti sessuali.

Molte donne, sopratutto durante il ciclo ed i rapporti sessuali, soffrono di dolori cronici al basso ventre. Questi disturbi, le cui cause vengono spesso tralasciate, possono derivare da una patologia definita varicocele pelvico femminile.

Che cos’è il varicocele pelvico femminile?

Il varicocele pelvico o cogestione pelvica è una abnorme dilatazione del plesso venoso dell’addome inferiore che comporta un aumento di sangue a tale livello. Spesso i forti dolori ed il senso di pesantezza che affliggono la donna con varicocele non vengono subito riconosciuti dal curante e la paziente si rivolge a diversi specialisti prima che venga scoperta la vera causa. A volte viene proposta l’asportazione dell’utero e degli annessi ma difficilmente questo risolve il problema. In Italia, circa 250.000 donne soffrono di varicocele pelvico e molte non hanno avuto mai una vera e propria diagnosi convivendo per anni con forti dolori e continui disagi, urgenza urinaria, costipazione intestinale e/o congestione emorroidaria.

Per dare stime più precise la dismenorrea (dolori durante il ciclo mestruale) si manifesta in circa il 15-25% mentre la dispareunia (difficoltà ad avere normali rapporti sessuali), si manifesta nel 40% dei casi. Infine dilatazioni varicose della parte inferiore della vagina, della vulva e/o degli arti possono essere evidenti nel 55 -70% delle donne con varicocele pelvico. In quest’ultimo caso si tratta di varicosità definite atipiche perché tendono a distribuirsi alle cosce in zone diverse da quelle della ben più nota insufficienza della vena safena, prendendo anche origine da plessi venosi emorroidari, del perineo (zona che a livello anatomico comprende genitali esterni ed ano), della regione inguinocrurale e/o delle grandi labbra. Queste pazienti purtroppo sono già state sottoposte spesso ad interventi vari per la correzione di varici degli arti inferiori ma con scarsi risultati. A volte proprio la comparsa precoce di varici recidive deve far sospettare l’esistenza di reflussi extrasafenici riferibili alla sindrome da varicocele pelvico.

Inizialmente il primo esame da eseguire è una semplce ecografia pelvica o transvaginale che può mettere in evidenza la dilatazione del letto venoso, in particolare delle vene ai margini dell’utero. In caso di sospetto all’ecografia che ci si trovi davanti a varicocele, andrebbe eseguito un ulteriore esame per confermare definitivamente la diagnosi: una risonanza magnetica con mezzo di contrasto dell’addome inferiore. Questo esame consente di valutare molto bene l’anatomia delle vene coinvolte oltre che a facilitare il successivo intervento di embolizzazione. una tecnica mininvasiva che non utilizza né tagli né bisturi e consente di rimuovere tutto il sangue in eccesso a livello della circolo venoso pelvico, quello responsabile dei forti dolori in questa malattia.

L’embolizzazione del varicocele pelvico femminile

L’embolizzazione non solo è una tecnica estremamente indicata per il varicocele pelvico femminile ma è ormai universalmente riconosciuta come la tecnica di scelta permettendo questa nella stragrande maggioranza delle pazienti di risolvere completamente la sintomatologia. Inoltre si esegue in day hospital (senza ricovero quindi) ed è completamente indolore. La malattia poi generalmente non si ripresenta più dopo embolizzazione.

Con l’embolizzazione il varicocele può essere trattato con una semplice anestesia locale all’inguine, senza né tagli né bisturi ma mediante la sola introduzione di una sondina (o catetere) delle dimensioni poco più grandi di un ago da prelievo (2,5 millimetri circa). Generalmente la paziente entra la mattina in clinica ed il giorno dopo viene già dimessa. Come già sottolineato senza alcun taglio o cicatrice residua. L’intervento è completamente indolore. Il paziente rimane sveglio e non si accorge praticamente di nulla. La durata dell’intervento varia dai 20 ai 30 minuti in media. Ma la cosa più importante è che la malattia mostra una percentuale di recidiva (cioè la percentuale con cui può ripresentarsi negli anni) estremamente minore della chirurgia che utilizza la legatura della vene pelviche e, soprattutto, il bisturi. Il post operatorio non comporta stress per la paziente ed il ritorno a tutte le attività, compresa quella lavorativa , è rapidissima.

Come spiegano gli esperti, la diagnosi e la cura del varicocele femminile sono molto importanti e non vanno trascurate in quanto la stasi venosa potrebbe causare la formazione di numerose cisti ovariche e l’acutizzazione del dolore.

I video approfondimenti

L’embolizzazione uterina
Intervento di embolizzazione in paziente con varicocele pelvico femminile.
Intervista al dott. Lupattelli
Intervista al dott. Lupattelli sull'embolizzazione del varicocele pelvico femminile.
L’embolizzazione uterina
Intervento di embolizzazione in paziente con varicocele pelvico femminile.

Per approfondire

I medici di riferimento

Dottor Tommaso Lupattelli

SPECIALISTA IN RADIOLOGIA INTERVENTISTICA E CHIRURGIA VASCOLARE
Bologna - Catania - Milano - Roma

Il Dr. Tommaso Lupattelli si laurea nel 1999 in medicina e chirurgia con lode. Si specializza in Radiologia e Radiologia Interventistica e successivamente in Chirurgia Vascolare. Ha nel corso di questi anni sviluppato qualificate competenze nella rivascolarizzazione endovascolare di arto inferiore, carotide e vene giugulari ( CCSVI). Il Dr Tommaso Lupattelli ha inoltre sviluppato grande esperienza nell' embolizzazione. Esegue questa tecnica per fibroma uterino, adenomiosi, prostata, emorroidi, malformazioni vascolari, varicocele maschile e femminile, aneurisma, neoplasia benigna e maligna. Ha tenuto numerosi corsi di angioplastica ed embolizzazione in qualità di docente e proctor sulla rivascolarizzazione in Europa e all’estero. Ha al suo attivo la progettazione e realizzazione di alcuni materiali per angioplastica tuttora utilizzati in Europa, Asia ed America Centrale.